PASSIONE PER IL BIOLOGICO

Non è sempre stata passione, all’inizio era una necessità.
La necessità di portare del cibo sano in tavola, di vivere in un posto privo di pesticidi e soprattutto la necessità di tenere lontano me e Corrado da prodotti chimici.
Quando i miei genitori hanno iniziato questa avventura nel modo del BIO, io e mio fratello eravamo piccoli e all’ epoca non capivamo molto bene quali fossero i valori di questo tipo di agricoltura e non eravamo i soli.
Alla nascita l’agricoltura biologica, infatti, non era vista con molto favore; la “mentalità” dell’epoca si basava sulla lotta chimica “a calendario” cioè su una programmazione di date per i trattamenti da fare, decisa ad inizio stagione e da eseguire senza neanche verificare la presenza o meno del patogeno da combattere.

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Per fare ciò si ricorre a prodotti detti “sistemici” che riescono ad essere assorbiti dalle foglie o dalle radici e trasportati in ogni altro organo della pianta.
Inutile dire che le piante vengono modificate da questi prodotti e con essi anche i patogeni che con il tempo, diventano resistenti al trattamento.

Con l’introduzione del biologico si inizia a valutare altre metodologie di lotta, la più importante delle quali è la cosiddetta “lotta integrata” che prevede l’utilizzodi più elementi quali piante, insetti, trappole ferormoniche (vengono impiegate nella così detta “confusione sessuale” cioè viene diffuso un ormone che confonde il maschio e gli rende impossibile l’accoppiamento in modo da avere meno individui nelle prossime generazioni) al fine di ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari.

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La grande svolta di questo nuovo sistema di agricoltura è l’introduzione della Soglia Economica di Danno o Soglia d’ Intervento, il valore cioè in cui il danno arrecato dal fitofago alle nostre colture supera il costo che sosteremo per fare iltrattamento.
Questo comporta la decisione scontata di eseguire il trattamento solo se estremante necessario, soprattutto per alcuni tipi di fitofagi quali la Tignoletta della vite e la mosca dell’Olivo. Per determinare le tempistiche dei trattamenti valutiamo le condizioni climatiche, in quanto hanno una estrema importanza.
Ogni appezzamento ha un clima e un microclima al suo interno il che fa si che ogni terreno sia diverso dall’ altro per questo motivo occorre prima accertarsi della presenza in quel luogo di quel determinato fungo che andiamo a combattere. Si ho detto fungo perché nel nostro caso gli unici patogeni per cui facciamo dei trattamenti sono i funghi (Oidio e Peronospora della vite).
I prodotti che utilizziamo sono detti “da contatto” in quanto restano all’ esterno della pianta e servono a far si che la pianta non venga attaccata dalfungo.
Avere un’azienda biologica non significa solo non usare prodotti fitosanitari di sintesi ma significa non usare alcun tipo di prodotto chimico tipo fertilizzanti, diserbanti, OGM.

PERCHÉ IL BIODINAMICO?

Dopo aver appreso i principi e le varie metodologie del Biologico abbiamo deciso di passare all’ agricoltura Biodinamica.Ma partiamo dall’ inizio cos’è il Biodinamico e come nasce?
L’ agricoltura biodinamica nasce nel 1924 come conseguenza all’ enorme mole di prodotti chimici distribuiti nei terreni con l’agricoltura convenzionale dopo la Prima guerra mondiale.
Il fondatore del biodinamico è Rudolf Steiner, filologo a cui fu affidato l’incarico di creare una nuova forma di agricoltura vocata alla natura che potesse guardare al futuro. Steiner partì da un concetto molto semplice, focalizzando l’attenzione sui processi biologici in natura fenomeni che avvengono senza un vero e proprio intervento ponderale della materia.
Per fare un esempio la fermentazione alcolica e il processo di trasformazione degli zuccheri in alcool grazie ai lieviti.
Per questo processo 200-300 gr di lieviti sono in grado di trasformare 100hl di mosto (succo d’ uva non ancora fermentato. Rudolf Steiner replicò questo processo nei terreni mettendo a punto i preparati biodinamici composti naturaliche servono a creare un legame tra CIELO-TERRA-PIANTA.

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Abbiamo infatti preparati sia per la pianta (corno silice/501) e preparati per la terra (corno letame/500).
La pianta si nutre in due maniere ben definite con i microelementi e i macro-elementi presenti nel terreno e con la la anidride carbonica dell’aria che insieme alla luce produce zuccheri : ecco la necessità di avere due preparati diversi con azioni ben distinte.
Il 501 o corno silice, viene utilizzato per riflettere la luce solare, in quanto si presenta sotto forma di cristalli e viene nebulizzato e distribuito sulla parte aerea della pianta (foglie). È fondamentale per la pianta in quanto permette un migliore trasporto di linfa attraverso i vasi linfatici fortificandone la struttura, inoltre facilita la fotosintesi incrementando la luce solare percepita dalla pianta.

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Il 500 o corno letame, viene utilizzato per incrementare la vitalità microbica nelterreno. Comunemente solo nei primi 20-30 cm di terra sono presenti microorganismi, ma nei nostri terreni biodinamici ne abbiamo trovato traccia fino a 60-70 cm.
Questo significa che abbiamo modificato la struttura del terreno rendendolo un ambiente ottimale per questi batteri, attraverso delle pratiche colturali quali inerbimenti e rotazioni (pratiche usate anche nel biologico) ma soprattutto il corno letame.
Il corno letame è essenzialmente del letame fresco di vacca in un corno di mucca fermentato sottoterra dai 5 ai 7 mesi.
Durante questo periodo perde l’odore e assume un colore marrone scuro simile al terriccio e si arricchisce di batteri.
E’ un prodotto umile ma rappresenta la parte viva della terra, per questo fondamentale.
Viene distribuito direttamente sul suolo, rigorosamente a mano.
Ho parlato di distribuzione ma come viene fatta? Consideriamo che stiamo parlando di quantità piccole, per renderne possibile una equa distribuzione sul suolo, dobbiamo utilizzare dell’acqua per amplificare il volume. Essa riveste un ruolo fondamentale in questo tipo di agricoltura, perché è la responsabile della distribuzione e dell’attivazione dei microorganismi. Dobbiamo quindi iniziare con la dinamizzazione dei preparati cioè la loro attivazione; per farla occorre tempo, movimento, calore.
L’acqua deve essere pura, senza cloro e ad una temperatura di circa 30°C, ideale per la sopravvivenza dei batteri.

Una volta preparata la miscela, deve essere agitata almeno per 1 ora, creando dei vortici.L’operazione può essere eseguita manualmente oppure avvalendoci dell’uso di una apposita macchina, ma dovremmo svolgere le medesime operazioni.
Dopo l’attivazione, il composto viene versato in stagne di rame per la distribuzione manuale al suolo, che deve avvenire in modo molto rapido.
Ovviamente il biodinamico non si basa solo sui preparati, ma si basa sulla diversa concezione dell’ambiente che ci circonda e sulla ricerca di una collaborazione tra tutti gli elementi che lo compongono, anche gli astri.

LA LUNA E IL VINO

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Un elemento che per molti anni è stato fondamentale per la nostra civiltà, la Luna, in questo tipo di agricoltura diventa fondamentale; continuiamo a percepire la sua influenza in ogni fase agricola, in ogni specifica lavorazione da fare sul terreno o sulla pianta.
Michele Lorenzetti, enologo e biologo tra i più affermati e indiscussi del mondo biodinamico, ci ha iniziato a questa nuova filosofia di coltivazione e segue la nostra evoluzione.Grazie al suo approccio diretto e pratico abbiamo potuto provare ed apprezzarei principi concreti della biodinamica, tralasciando le speculazioni teoriche e filosofiche. Michele in collaborazione con Carlo Noro ha recentemente condotto uno studio sull’ uso e la preparazione del corno 500.
Lo so per molti la Biodinamica sembra magia, ed era così anche per noi ma analizzandola da un punto di vista scientifico tutto ha un senso.

LE DIFFERENZE TRA BIOLOGICO E BIODINAMICO?

Le differenze tra queste due tipologie di agricoltura stanno principalmente nell’ uso dei preparati. Ovviamente questa scelta è dovuta agli obbiettivi che sono alla base i due tipi di coltivazione: il biodinamico ha scopo principale di creare ericreare una collaborazione tra tutti gli elementi dell’ecosistema, mentre il biologico ha come scopo la diminuzione d’ uso dei prodotti fitosanitari e l’assenza di prodotti chimici.

TOWARDS A GREEN FUTURE

VISIONE FUTURISTICA

La nostra azienda è da sempre molto sensibile alla problematica della sostenibilità, interpretandola non come una passione ma come una necessità.
Necessità di salvaguarda il nostro benessere, le nostre vite, il futuro nostro e del nostro pianeta e con l’arrivo della piccola Eva, l’ultima nata della nostra famiglia, abbiamo rafforzato più che mai la nostra decisione di percorre la strada che i nostri genitori avevano tracciato per me e mio fratello, anni fa.
Il biologico, il naturale, il biodinamico non sono mode, ma comportamenti responsabili chetutti noi, nella nostra vita professionale e privata, dovremmo cercare di adottare per soddisfare i bisogni della generazione presente senza pregiudicarei bisogni delle generazioni future

Amare la terra che ci è stata affidata, interpretarne il gemito, viverla al meglio e cercare di lasciarla più bella di come l’abbiamo trovata. Questa dovrebbe essere la nostra missione.

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Ciao sono Eva!

Towards Green
Agricolture

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COSA DICONO I NOSTRI CLIENTI